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Quando “studi” per diventare volontario di Protezione Civile ti preparano, almeno in teoria, ad affrontare tutti gli scenari emergenziali standard: rischio idrogeologico, terremoti, alluvioni, alberi caduti e via discorrendo. Pensi che il catalogo sia completo e, con la consapevolezza di dover fronteggiare anche degli imprevisti, hai un’idea di massima delle situazioni da dover gestire. Credi di averla! Dai quasi per scontato che anche il progetto più disastroso abbia comunque una dose di razionalità. E invece no, sei totalmente fuori strada. Le emergenze hanno una fervida fantasia capace di lasciare a bocca aperta anche il più esplosivo regista di film thriller. L’ho scoperto in un caldo e soleggiato pomeriggio di settembre del 2021 quando ricevetti una segnalazione di intervento in territorio di Solferino (MN) per verificare una una situazione di “qualche pecora finita nel canale Arnò“. Incredulo, quasi immobilizzato esclamai: <<Ma quante ne sono? Ma come cavolo hanno fatto? I cani pastore si sono fatti di acido per il weekend?>> E Omar con tono perentorio rispose:
<<Cinquecento. Cinquecento. Un gregge di cinquecento imbecilli. La prima è saltata giù e le altre sono corse tutte dietro. D’altronde sono pecore, altrimenti si chiamerebbero diversamente! Mai vista ‘na roba così, zio cane!>>. Era andata, incredibilmente, proprio come aveva detto Omar. Un gregge di cinquecento capi proveniente dai pascoli del Monte Baldo e diretto verso il bresciano si era accampato in prossimità di Solferino. Qualche pecora esuberante si era lanciata in acqua e tutti i componenti del gruppo avevano deciso di emularla. In disparte, verso le vigne, c’era il pastore sconsolato in compagnia dei suoi cani, tutti
con le orecchie abbassate, che evitavano di incrociare lo sguardo del padrone perché avevano capito di averla combinata davvero grossa”
(dal cap. 9 Il fiume di lana – Ma chi me lo fa fare. Racconti di un volontario (inesperto) di Protezione Civile). Una pecora sognò di nuotare e tutte le altre 499 le corsero dietro. Uno tal scenario nessuno mai ce lo aveva prospettato, ma grazie al pragmatismo tipico dei Volontari di Protezione Civile riuscimmo a portare a termine la missione. Che dire, spero vivamente di non dover mai incontrare la pecora che sogna di volare!